Khadija mi
porta la menta
raccolta
alle sei
fuori
Marrakech,
un mazzo
lungo e fragrante legato con un filo d’erba.
Strappo una
foglia. In bocca è pungente, quasi amara,
più spessa
della menta da giardino inglese.
I miei denti
sgranocchiano granelli – sabbia del Sahara o solo la terra di qui.
A casa
faccio bollire l’acqua,
sciacquo le
foglie sotto il getto freddo,
le lascio
cadere in una tazza di vetro, immergo un sacchetto di tè,
mescolo un
cucchiaio di zucchero
e porto il
bicchiere fumante
in salotto.
Mio marito
sta guardando East Enders in pantaloncini,
le gambe
nude coperte da sottili peli neri.
Sorseggia il
suo tè, figlio ebreo di babilonia,
un sorriso
si diffonde come l’alba sul Tigri.
Una poesia
di Miriam Halahmy
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