lunedì 21 ottobre 2013

ORRORI

DEDICATO A COLORO CHE POSTANO FOTO DI ORRORI

Philip Kennicott, The Washington post

Il dubbio sulla capacità delle immagini di suscitare compassione esiste da tempo, Susan Sontag l'ha articolato nel suo libro del 1977 "Sulla fotografia"  che invocava una "ecologia delle immagini".
La proliferazione e l'abuso di fotografie che ritraggono gli orrori di cui l'umanità è capace  possono intorpidire e corrompere
"le immagini trafiggono, le immagini anestetizzano".
Non c'è nessun modo di "razionalizzare l'orrore, mantenere fresca la sua capacità di colpire" ha scritto la stessa Sontag nel suo DAVANTI AL DOLORE DEGLI ALTRI.
Oggi ci troviamo in un ecosistema di moralità internazionale irrimediabilmente inquinato da renderci sopportabile vedere e condividere immagini dell'orrore umano.
Queste foto sono spesso così profondamente emotive  e forti da far diventare effimero il loro potere, siamo stati cosi tanto abituati a vedere foto di bambini straziati da gestire la nostra risposata emotiva , passando dall'orrore al sospetto sino all'indifferenza.

Alzare sempre più la posta dell'orrore non è la soluzione per sensibilizzare l'opinione pubblica ma semplicemente di innalzare il livello di accettazione dell'orrore.

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