Graham
Lawton, New Scientist, Gran Bretagna
tradotto da Internazionale n 899
Come
guidate? Se siete nella media, probabilmente pensate di guidare piuttosto bene.
Uno studio
ha rivelato che il 74 % degli automobilisti è convinto di essere più bravo
della media.
E chi ha
avuto un incidente è un po’ più sicuro delle proprie capacità di chi non ne ha
avuti.
Ovviamente
tutto questo non riflette la realtà. Ameno che non ci sia un manipolo di
guidatori davvero pessimi, non possono essere tutti più bravi della media.
Quando si
chiede alle persone di giudicare i loro pregi – competenza, intelligenza,
onestà, originalità, affidabilità e
molti altri – quasi tutte si giudicano sopra la media.
E con i
difetti succede la stessa cosa: la maggior parte pensa di averne meno della media.
Questa
illusione egotica è stata definita “ effetto del superiore alla media “
E la
maggioranza è convinta di essere meno propensa della media ad avere una alta
opinione di se.
Abbiamo
anche una alta opinione di quelli che amiamo. Circa il 95 % delle persone
giudica i partner più in gamba, più belli, più affettuosi e più divertenti
della media.
E come può
testimoniare chiunque abbia resistito ad una cena di trentenni, quasi tutti i
genitori ritengono i loro figli più intelligenti, carini e precoci degli altri
coetanei.
L’effetto
del superiore alla media fa parte di una
serie di illusioni positive, modi in cui ci convinciamo di essere speciali.
Un’altra è
la tendenza all’ottimismo, effetto assai diffuso e caratterizzato da
aspettative irrealistiche sul futuro.
La maggior
parte delle persone si aspetta di vivere più a lungo, di essere più sana e di
avere più successo della media.
Da dove vengono queste illusioni ? Secondo Jonathon
Brown dell’università di Washington di Seattle, uno degli autori della teoria
delle illusioni positive, tutto comincia durante l’infanzia. “ I genitori le
creano adulando i figli”, spiega. L’ adulazione non si ferma qui. Per tutta la
vita abbiamo l’innata tendenza a dividere il mondo in “ noi “ e “ loro “.
Appena s’instaura un rapporto con qualcuno si diventa parte dello stesso
gruppo, e gli esseri umani tendono a considerare i membri del loro gruppo più positivamente degli altri.
Lungi
dall’essere patologiche, però, le illusioni positive sono considerate indice di
una mente sana. Chi non le ha è più a rischio di depressione , uno stato noto
come “realismo depressivo”.
Una delle
cose su cui ci illudiamo maggiormente è
la percezione che gli altri hanno di noi. “ Non siamo bravi quanto pensiamo”,
sostiene Nicholas Epley, scienziato comportamentale delle università di
Chicago.
Questo non
vuol dire che siamo degli inetti. Se ci consideriamo generosi, ad esempio,
forse lo pensano anche gli altri. Magari, però, un pò meno di quanto crediamo.
Non siamo
bravi a capire come appariamo agli altri. Dipende soprattutto dall’ “effetto
riflettore”, la convinzione illusoria che gli altri osservino e analizzino
minuziosamente tutto ciò che facciamo e diciamo.
Se per
esempio vi siete versati dell’acqua sui pantaloni, date per scontato che tutti
lo noteranno, ma non è così. Dice Epley, perché il mondo non ruota attorno a
noi. Pensiamo anche che i nostri stati emotivi siano percepiti da tutti, invece
sono quasi invisibili.
Funziona
anche al contrario, se fate o dite
qualche cosa che ritenete particolarmente saggia o interessante è probabile che
sopravvalutiate l’attenzione altrui. Il più delle volte non lo noteranno
nemmeno, perché anche gli altri sono troppo occupati con il loro ego.
Il problema
è ch e ognuno si conosce troppo bene : “ Ciascuno è un esperto di se stesso”
dice Epley. “ Quindi nota ogni suo particolare che agli altri sfugge “
Tutto questo
è aggravato dalla nostra difficoltà a capire cosa pensano gli altri. Ed è
sorprendente come la mancanza di intuito riguardi anche le persone che
conosciamo bene: l’accuratezza aumenta , ma poco. Alcuni sostengono addirittura
che la capacità di capire al volo il coniuge diminuisce dopo il primo anno di
matrimonio.
Forse
l’ambito in cui abbiamo il meno intuito in assoluto è quello dell’aspetto
fisico.
Ognuno sa
come è, ma è incapace di giudicare il proprio aspetto. Se per esempio ci viene
chiesto di individuare una nostra foto in mezzo ad un mare di volti, ci
troveremo più in fretta se la foto è
stata modificata per farci sembrare più belli, a riprova del fatto che pensiamo
di essere più attraenti di quanto siamo.
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