Il libro
della saggezza celtica di John O’Donohue
Se
inseguiamo il potere, come fa la maggior parte delle persone, dobbiamo essere
indifferenti agli altri, ma cosi facendo perdiamo la nostra capacità di compassione e di cura
Risulta
facile dimenticarsi la bellezza e il fascino del mondo in cui viviamo, la
pioggia che cade fuori dalla finestra , il verde di una foglia, una risata con
un amico, ascoltare la musica che ami. Chi conduce una vita tranquilla apprezza
queste cose nel modo giusto, ma per la maggioranza di noi momenti simili cadono
nell’ombra delle svariate battaglie che ci troviamo a combattere per il
successo, per ottenere riconoscimenti, per
crescere spiritualmente.
O’Donohue
afferma che cercando di far entrare per forza la nostra vita in schemi prestabiliti,
programmi e piani, sopprimiamo inconsapevolmente il nostro potenziale di gioia.
Invece di prestare attenzione ai nostri sensi e al ritmo stagionale della nostra vita, finiamo per vivere in qualche
modo una esistenza meccanica.
Se ci
immergiamo nei nostri sensi, riscoprendo
le cose più semplici, attraverso questa strada
del tutto fisica potremmo arrivare ad un
profondo apprezzamento spirituale della vita.
O’Donohue
ricorda i grandi maestri di meditazione orientali quando afferma che “ Non
esiste alcun programma spirituale” Non si dovrebbe imporre nessuna nuova
pratica al nostro regime quotidiano o credere che esistano fasi progressive di
crescita spirituale, dovremmo invece immergerci
di più in profondità nell’esistenza
che abbiamo ora “ se esistesse un cammino spirituale, sarebbe lungo
mezzo centimetro ma profondo svariati chilometri” .
Una vita spirituale
pienamente vissuta non riguarda il numero di monasteri visitati o la quantità
di meditazione praticata, ma sino a che punto si è stati disposti ad
abbandonare le proprie paure ed a concedere qualcosa di se stessi.
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